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in collaborazione con la Sartoria Migrante Kirikuci
Giardino del Pellegrino, Monteriggioni (Siena) 2021
in occasione del convegno di sartorie sociali organizzato da Kirikuci e Equo Sud Autoproduzioni Solidali 6 Giugno 2021
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Mura tessuti riciclati, legno, colori spray, corda, spago, fili di rame e di ferro 5x5,30(h)x5 m
foto di Angela Bindi
Franca Marini con i collaboratori Dawda Camara e Ize Fall (Kirikuci) e Domenico Tramontana (Equosud)
foto di Franca Marini
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foto di Franca Marini
Questa installazione, posta a ridosso dell’antica cinta muraria di Monteriggioni, si pone come elemento di vitalità e resistenza al muro che la sovrasta. Muro inteso non solo come barriera fisica ma anche come simbolo delle politiche di respingimento messe in atto, oramai da quasi dieci anni, dai paesi europei nei confronti del fenomeno migratorio, in violazione dei diritti umani e fomentando violenza razzista e xenofoba.
L’opera, con la sua bellezza, non vuole essere consolatoria ma rappresentare la speranza, l’anelito al superamento di ciò che divide e separa, quel muro che è l’incapacità di riconoscere nell’altro, in colui che percepiamo come diverso, la nostra medesima umanità.
Franca Marini, Giugno 2021
A Ize Fall, di origini senegalesi, quest’opera ricorda il setting creato per lo svolgimento dello NDEUP, una cerimonia di esorcismo a scopo terapeutico per la cura della follia, delle malattie psichiche, praticato dall’etnia Lebou di cui fa parte la madre.
Nella tradizione Lebou tutte le malattie si possono curare attraverso il controllo degli spiriti. Le stoffe, i colori, i tamburi, i canti e infine il sacrificio animale, compongono il rituale che accompagna questa pratica curativa.
Nella cerimonia NDEUB è interessante rilevare il rapporto tra il singolo, anche se “diverso”, e la collettività.
I malati non vengono marginalizzati. La comunità partecipa al rituale terapeutico, tutti sono coinvolti nella guarigione del singolo poiché ogni persona è di vitale importanza per il bene del gruppo.