Reconstrucción en rojo

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2-30 Settembre 2005  Reconstrucción en rojo Nuevas Obras installazione site-specific
Galería Nacional, Centro Costarricense de Ciencia y Cultura San José, Costa Rica, a cura di Rolando Castellón
allestimento e testo critico in catalogo di Silvia Bandini e Esther Biancotti
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comunicato stampa
Dopo la lunga esperienza newyorkese, un’altra personale oltreoceano dell’artista senese Franca Marini realizzata questa volta con la partecipazione della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea del Prof. E. Crispolti dell’Università degli Studi di Siena.
Come sempre, l’artista si interroga sul significato del proprio lavoro e sul suo rapporto con il pubblico creando delle opere esclusive. Dà il titolo alla mostra la grande opera Ricostruzione in Rosso, installazione vera e propria realizzata in sito con carta velluto e fili di lana colorata. I fili colorati, che rimandano tra l’altro all’antichissima tradizione della tessitura delle culture pre-ispaniche, sembrano davvero rappresentare il filo conduttore della mostra. Vengono usati dall’artista per avvicinare e talvolta letteralmente cucire insieme singole parti, frammenti che attraverso la costruzione dell’opera vanno a ri-creare una originaria integrità; oppure servono ad unire punti distanti tra loro spesso oltrepassando i confini dell’immagine per estendersi allo spazio circostante. Essi diventano i protagonisti di un fare che non vuole essere solo materiale e che aspira a diventare gesto creativo espressione di un pensiero non cosciente.
I supporti realizzati dall’unione di carte geografiche alludono al superamento di distanze non solo spaziali ma soprattutto culturali ma non per gli effetti di una subita globalizzazione. L’artista si è cimentata con il compito dell’arte che per lei è quello di creare immagini che siano la rappresentazione il più vera e profonda possibile di una fantasia interna, di contenuti irrazionali propri dell’uomo e per questo universalmente comunicabili e percepibili.

Il Corriere di Siena, 22 Settembre 2005
Arte senese all’estero. Personale di Franca Marini in Costa Rica
di Donatella Coccoli
Nel cuore dell’America Latina, in Costa Rica, l’artista senese Franca Marini che espone in una personale fino al 30 settembre, è stata protagonista di un’autentica sfida. Innanzitutto ha pensato e realizzato lavori per un pubblico sconosciuto e diverso da quello dei contesti occidentali a cui si è sempre rivolta in passato, poi ha creato “in loco”, in un giorno e mezzo, la grande installazione “Ricostruzione in rosso”, 8 metri per 3,5, che dà il titolo alla mostra, ma, forse, soprattutto, ha scoperto un nuovo modo di rappresentare. Forme flessibili, una tessitura leggera di fili di lana, giochi e movimenti imprevedibili di luci e ombre. E poi, percorsi su carte geografiche irriconoscibili per l’intervento del colore e del segno (e anche dei fili): un viaggio nello spazio senza confini di lingue e di stati.
Ecco i tratti dell’attuale percorso di Franca Marini: i fili per cucire, per unire ciò che forse era spezzato, colorati come le trame dei tessuti delle popolazioni indigene la cui cultura è stata devastata dagli invasori occidentali, le carte geografiche in nome di una universalità dell’arte, profonda, al di là della banale parola che è diventata globalizzazione.
Non solo: “Ricostruzione in rosso”, la grande opera in carta velluto e fili di lana pensata a Siena e poi realizzata a San José, fa pensare al sangue del popolo indio versato nei secoli, rilettura condensata dei grovigli di figure nei murales dei vari Orozco, Siqueiros, Rivera; scenografia di un movimento del pensiero che cerca di superare i vuoti e le lacerazioni.
Franca Marini, pittrice formatasi all’Istituto d’Arte di Siena (dove insegna, oltre al “Siena Program" della State University of New York College at Buffalo) e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dopo dieci anni trascorsi a New York dove ha esposto e vissuto, è tornata di nuovo nel continente americano, ma questa volta con una sensibilità e una certezza del fare completamente nuovi. Invitata dal curatore, l’artista Rolando Castellòn, ha esposto nella prestigiosa Galerìa Nacional del Centro Costaricense de Cencia y Cultura. La mostra, allestita fino al 30 settembre, ha visto anche la collaborazione della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Siena tenuta dal professor Enrico Crispolti: due laureande, Silvia Bandini ed Esther Biancotti hanno infatti curato il testo critico del catalogo e l’allestimento delle opere.
A San José l’artista senese ha trovato una grande collaborazione da parte della direttrice Dunia Molina che ha messo a disposizione di Franca Marini uno staff per rendere lo spazio espositivo adatto ad accogliere le opere di cui alcune grandi (oltre a “Ricostruzione in rosso”, anche “Pensare/Fare”, 5 metri per 2,80). Nella capitale del Costa Rica, inoltre, la pittrice senese è stata ospite dell’ambasciatore italiano Gioacchino C.Trizzino che ha chiesto all’artista un’opera per la collezione di arte contemporanea che l’ambasciata italiana sta realizzando nel paese del Centro America.