I paesaggi interiori

vedi gallery

Robert C. Morgan

catalogo della mostra alla Elizabeth Harris Gallery, New York 1996
translation Martin Stiglio

Narrano una storia questi dipinti, una storia che si situa al confine fra realtà e fantasia. Ogni dipinto è un microcosmo che racconta di un risveglio spirituale con la semplicità di un mondo mitologico. La nuova serie di opere di Franca Marini raffigura il luogo interiore dove la realtà è trasformata ed elevata ad una statura mitica. La conoscenza di queste immagini tuttavia deriva all'autrice dalla sua percezione del mondo esteriore. Dipingere la propria interiorità dandole un'apparenza di realtà è un compito che richiede una determinazione. Richiede una certa obbedienza alla propria visione, alla propria introspezione. Nei dipinti di Franca Marini c'è molto delle sue origini senesi, ma i "Paesaggi Interiori" sono molto di più di un'incursione della tradizione nella contemporaneità.
Franca Marini è giunta negli Stati Uniti alcuni anni fa, stabilendosi inizialmente sulla West Coast a San Francisco dove ha frequentato il San Francisco Art Institute. Dopo un breve soggiorno in Italia, è arrivata a New York dove lavora ormai da quasi cinque anni. Sebbene questi "Paesaggi Interiori" siano modellati sui villaggi toscani, è la loro valenza simbolica a caratterizzarli. Quelle persone raccolte in gruppi con i cavalli e gli armenti, i cieli incombenti con le nuvole ovoidali, le colline, la luce bizzarra, mistica, gli astratti angeli spettrali in bianco e nero che lievitano in alto - tutto non potrebbe essere più distante dall'aspro paesaggio urbano di Manhattan. Eppure, allontanarsi dall'origine dei propri ricordi sembra generare un indubbio piacere. Entrare in una realtà differente per riscoprire il proprio passato e quindi trasformare tale realtà è il compito dell'arte (o della psicoanalisi). Come lo scrittore Thomas Wolfe già aveva scoperto, essere troppo vicino alle proprie origini può impedire per sempre di scoprire come veramente le si percepisce. La lotta per impossessarsi delle proprie origini richiede una certa, necessaria distanza.
Alcuni artisti sono talmente immersi in se stessi da inondare di narcisismo il proprio lavoro, fortunatamente altri sanno esprimere la speranza di una diversa comprensione della vita e ci offrono un nuovo punto di vista. Franca Marini è un'artista che comunica una storia grazie ad un vocabolario altamente articolato di immagini. E' una storia che emerge da una fonte diversa da quella usuale, inquinata dal cinico gioco delle mode e della disperazione urbana, una fonte più prossima alla natura. La capacità di percepire veramente questi dipinti offre all'osservatore qualcosa di speciale. Leggere il colore e le forme, immergersi nella profondità di queste superfici è un'esperienza che conduce oltre la struttura normativa della realtà abituale.
L'esperienza offerta da queste opere si contrappone a quella delle immagini vischiose che ci vittimizzano in questo mondo elettronico, ipertestuale da fine millennio. Da un punto di vista buddista si potrebbe forse affermare che i dipinti di Franca Marini affermano una fede nella mente. Sono il dono di una pittrice che capisce come la vita non vada mai oltre le cose fondamentali e che la storia dell'arte è essenzialmente una lezione in come tali cose fondamentali vengono rappresentate. Questo è ciò che mette in relazione le bottiglie inondate di sole di Morandi con il Suprematismo di Malevich. Ambedue rappresentano la semplicità e l'immediatezza, la visione di un artista resa manifesta a noi tutti.
I dipinti di Franca Marini, quei gruppi di persone raccolte sotto dei cieli enormi, offrono dei riverberi coloristici e comunicano un'eccitazione per la vita. E questo è quello che accade quando la vita esiste in rapporto allo spirito dell'arte. Ma qual'è il discorso che sostiene tale spirito? Ecco un compito che si presta alle analisi dei semiologi e dei sociologi. Per la maggior parte degli osservatori tuttavia, il piacere di queste visioni interiori, distanti dall'ambiente metropolitano, ha molto da dire. Franca Marini ha compiuto la sua introspezione da lontano, al fine di evolvere una nuova prospettiva sul presente. E' un discorso il suo, relativo alla pittura; tuttavia all'interno di questi dipinti ci sono rappresentazioni di vite semplici ricolme di ansietà spirituali che sono tipiche di tutti noi indipendentemente da cultura, razza o classe sociale. Isuoi sono dipinti che ci dicono come la vita rimanga sempre sostanzialmente la stessa fonte di piacere e di mistero se solo permettiamo all'esperienza di diventare la nostra fonte di conoscenza.